Il Superbonus 110% è legge. Nonostante un susseguirsi di informazioni più o meno confermate poi nei fatti dal governo, oggi possiamo finalmente dire di avere tra le mani un’opportunità clamorosa per migliorare energeticamente, sismicamente e architettonicamente gli edifici (e di conseguenza l’ambiente del nostro paese.)
Non mancano i dubbi, tanti lati sono ancora un po’ oscuri, i meccanismi appaiono un po’ cervellotici ma cerchiamo per una volta di essere ottimisti!
Sorvolando sul discorso di potere o meno ristrutturare a costo zero, vorrei porre l’attenzione sull’importanza di ristrutturare le case in maniera consapevole.
Il Superbonus, se guardiamo la parte Ecobonus, premia gli interventi un po’ più impattanti sulle case (ad esempio cappotti o impianti in pompe di calore), ovvero quelli che vanno a generare un risparmio energetico più rilevante rispetto alla mera sostituzione degli infissi, certificato attraverso l’aumento minimo di due classi).
Oltre a questi è possibile usufruire del bonus per interventi “trainati” ovvero che si possono fare solo se abbinati a uno dei due elencati in precedenza come serramenti o fotovoltaico (ma non solo).
Questa scelta dovrebbe spingerci a comprendere che è giunto il momento di affrontare in maniera seria il problema dell’inquinamento delle nostre città causato in gran parte dai consumi delle nostre case.
Occhio però, capire quali interventi fare e come farli non è semplice e richiede una specifica competenza di una professionista.
Difficilmente un esecutore, suppur bravo, saprà consigliarvi quale strategia applicare all’involucro, quali sistemi di coibentazione adottare, con quali materiali e magari calcolare le potenze specifiche per individuare l’impianto più corretto.
Le consulenze, specialmente in ristrutturazione, sono sempre più sartoriali: ogni casa ha un suo perchè e un determinato margine d’intervento che va compreso e tradotto in soluzioni mirate.
Come studio crediamo che sia inoltre necessario porre l’attenzione all’architettura e interrogarsi come poter rendere più belli gli edifici che progettiamo.
Ricordiamoci che siamo l’Italia, il paese più bello del mondo e noi come architetti abbiamo il dovere di migliorare l’immagine delle nostre città, evitando il proliferare di edifici brutti e asettici.
Per questi motivi crediamo che il Superbonus richieda in primis un Superprogetto.
Un progetto moderno dove efficienza, salubrità e architettura sappiano tradursi in un’unico obiettivo.
Noi di Zeropositivo la pensiamo in questo modo.
Se condividete le nostre idee e state cercando un unico interlocutore per la parte architettonica, energetica ed impiantistica, possiamo fare al caso vostro.
Siamo in grado di supportarvi dalla fase di progetto a quella di cantiere, per qualsiasi progetto sul territorio nazionale.
Grazie a partnership commerciali consolidate siamo inoltre pronti ad affiancarvi nello sfruttamento dei meccanismi fiscali del Superbonus (cessione del credito o sconto in fattura) , offrendo così un servizio completo e multidisciplinare.
Contattateci all’indirizzo info@zeropositivoarchitetti.com , siamo a vostra disposizione!
Zeropositivo ai tempi del coronavirus
Il coronavirus ha spazzato via le nostre certezze, le nostre abitutini, i contatti di ogni giorno.
Distanza dalle persone, isolamento, quarantena.
Da inizi marzo, tutti via dall’ufficio.
Più nessun cantiere, più nessun incontro con clienti, fornitori.
Nulla di nulla.
Ci siamo riorganizzati, con il PC da casa, lavorando senza freni, come prima, anzi forse più di prima.
Abbiamo portato avanti progetti, attivato conferenze con i nostri committenti, discusso con fornitori e ascoltato un sacco di webinar: abbiamo corso così tanto che alla fine non si staccava nemmeno nel fine settimana.
In questo periodo del “tutti a casa” ci siamo interrogati come comunicare meglio con le persone che ci seguono sui social.
Approfittando del momento e mettendo da parte ansie e paure, più in generale tutte le difficoltà connesse al lavoro.
Abbiamo iniziato a potenziare i canali di Instagram e YouTube, lasciati un po’ troppo trascurati, perchè ahimè con il quotidiano è davvero difficile gestire un sito, la pagina Facebook, il blog…
Successivamente è nato il format Zero+live dove in tempo zero siamo riusciti a completare un corposo calendario con partner istituzionali, tecnici, fornitori e committenti.
Approfittando dell’inusuale periodo, ci sembrava il momento giusto per coinvolgere tutte queste figure spiegando cosa facciamo ma soprattutto come lo facciamo.
Ebbene il format è stato un successo, sia per la partecipazione che per il seguito che siamo riusciti ad ottenere.
Due dirette social a settimana dove abbiamo discusso di tanti argomenti in un clima informale, rilassato.
Abbiamo parlato di qualità dell’aria, di case passive, di come si vive in una casa passiva, di impianti, serramenti, costruzioni in legno…tanti argomenti trattati con un linguaggio chiaro, diretto, comprensibile.
Non abbiamo pagato nessuno per partecipare, zero marchette, tutti entusiasti di fare due parole con noi, anche i nostri clienti (grazie per la pazienza!).
Dopo questo periodo eccezionale siamo convinti che cambierà il nostro modo di vivere e di lavorare.
Anche noi tecnici siamo chiamati ( in realtà lo eravamo già prima…. ) a comunicare direttamente con le persone.
Da oggi in poi non ci basterà più progettare ma saremo chiamati a farci conoscere sempre di più.
Ci attende un mercato differente, frizzante, più consapevole, rivolto alla sostenibilità e alla salute dell’essere umano.
Cambierà la percezione della casa, i criteri di progettazione degli spazi, l’impatto che ha sull’ambiente, la salubrità dei materiali.
Noi tecnici dobbiamo dire basta all’informazione di parte, fatta da venditori del mercato del pesce, ritornando a informare correttamente le persone, con messaggi chiari e diretti.
Per questo il format Zero+live continuerà a vivere anche dopo il periodo di quarantena, magari con una cadenza meno regolare, ma non smetteremo di informavi con le nostre peripezie e le nostre continue evoluzioni.
Costruire bene è spendere bene: consigli per non buttare i soldi dalla finestra!
Come posso spendere bene i miei soldi? Come posso tutelarmi nei confronti di tecnici, imprese o fornitori? Se state per fare casa chissà quante volte vi sareti posti queste domande!
Vi diciamo il nostro punto di vista, provando a darvi alcuni consigli.
Oggi progettare edifici è un processo complesso che richiede competenze specifiche di tecnici e fornitori.
Siamo consapevoli che la casa, per la stragrande maggioranza delle persone, rappresenta la spesa più importante della vita.
Dicono sia “one shot“: una famiglia di solito affronta questo percorso solo una volta nella vita.
Per questo motivo non è permesso sbagliare!
Noi di Zeropositivo partiamo da un concetto semplice e chiaro: fare gli interessi dei nostri clienti, indirizzandoli a spendere bene.
Investire su quello che ha senso, che ha valore, con un ordine di priorità, in funzione di un budget che va definito ad inizio del progetto.
Bene, ma questo cosa significa?
Prima di tutto bisogna partire da un buon progetto: senza di questo non ci sarà una buona realizzazione che farà capo ai singoli esecutori, privi di guida e di coordinamento.
In secondo luogo bisogna riconoscere che noi progettisti possiamo far poco senza bravi artigiani e partner affidabili in cantiere.
Oggi siamo tutti bravi, bravissimi a parole, ma chi garantisce che abbiamo lavorato bene (…anche noi progettisti)?
La risposta è…nessuno!
Dovete sapere che nella stragrande maggioranza delle costruzioni tradizionali, anche quelle che trovate in vendita in classe A4,A3,A2, addirittura in quelle spacciate come passive, NON è previsto alcun controllo a fine cantiere semplicemente perchè la legge NON lo prevede.
Secondo voi ha senso affidare la sicurezza di cosa vado a comprare o di cosa mi hanno realizzato a un attestato di prestazione energetica redatto per poche centinaia di euro da un tecnico che non ne sa nulla del progetto?
Quando compriamo un cellulare per poche centinaia di euro abbiamo tutte le garanzie di questo mondo, perchè su una casa ci deve bastare un fronte/retro?
Queste sono domande che lasciamo a voi.
Dal nostro punto di vista non per forza è necessario richiedere una certificazione volontaria(Casaclima, Passivhaus, Biosafe ecc), che è comunque un onere (seppur contenuto).
Sappiate però che questo strumento è oggi l’unica tutela che assicura il cliente di spendere bene.
Dopo anni di esperienza ci piace dire che le certificazioni “elevano” il progetto, tutti lavorano meglio perchè chiamati a dare di più.
Se non volete richiedere una certificazione quantomeno ricercate un professionista con esperienza, con un portfolio di lavori già ultimati, chiedete, indagate… non ci va molto a capire chi state avendo di fronte.
Noi come studio non facciamo mai distinzione tra progetti di serie A o di serie B, a prescindere dall’incarico (progettazione architettonica o consulenza) applichiamo sempre il metodo Passivhaus (o Casaclima) quando pensiamo al sistema involucro/impianto, oppure Biosafe quando si tratta di progettare la terza pelle della casa.
Questo approccio ci permette di affrontare tutti i progetti con la stessa logica, con lo stesso obiettivo, creando così una matrice ben definita del nostro lavoro.
Per noi la qualità non può prescindere da richiedere prove finali in ogni cantiere.
Ad esempio il blower door test, la misurazione di tenuta all’aria che serve a misurare il grado di impermeabilità di un edificio, lo richiediamo sempre, sia sul nuovo che in ristrutturazione.
Senza questa prova (che ha comunque un costo più che giustificato) è impossibile capire se le maestranze chiamate in cantiere abbiano lavorato correttamente.
Pensate a quante persone entrano in cantiere…come potete essere sicuri che tutte le lavorazioni siano state eseguite nel migliore dei modi?
E’ impossibile verificare senza prove, bisogna accontentarsi delle parole o delle autocertificazioni.
Ricordate bene… siete voi che decidete come spendere i vostri soldi!
La casa in legno: il nostro punto di vista.
Premessa fondamentale: chi scrive è un convinto sostenitore della casa in legno.
E’ una tecnologia che impieghiamo spesso nei nostri progetti preferendola su alcune applicazioni ai più tradizionali sistemi ad “umido”.
C’è un però. Personalmente non credo che la prefabbricazione in legno sia l’unica soluzione per l’edilizia del futuro, piuttosto rappresenta oggi un’opportunità da sfruttare.
Devi costruire veloce per rientrare da un’esposizione bancaria? ci sono problemi di carichi strutturali? hai un cantiere in zone difficili o legate alla stagionalità? Se avete uno di questi casi il legno è sicuramente la soluzione migliore.
Nella nostra professione molte volte ci confrontiamo con committenti che richiedono espressamente la casa in legno.
Nello specifico però sono pochi quelli che conoscono davvero il sistema, tanti pensano che così è più facile costruire case che consumano poco, altri vedono in questa tecnologia l’unica risposta del mercato per “costruire bene”.
Noi crediamo invece che andrebbe fatta chiarezza attraverso una corretta informazione, super partes.
Va spiegato che legno significa qualità e oggi quasi sempre non rappresenta la soluzione più economica sul mercato (se si parla solo di euro).
Non si può pensare di risparmiare su materiali e accorgimenti, le strutture a secco richiedono un’attenzione superiore al cantiere “tradizionale), basti pensare alla tenuta all’aria che se progettata male può portare a danni gravissimi anche nel medio-breve periodo.
Il mercato offre di tutto, maestri del legno e improvvisati che puntano forte sul prezzo a discapito della qualità.
In linea generale crediamo fermamente che si possa costruire bene anche in laterizio, in acciaio, in cemento armato: tutti i sistemi hanno pregi e difetti.
Affidarsi a un bravo professionista è l’unica strada per individuare il sistema più adatto alla vostra casa e alle vostre specifiche esigenze.
Lo standard del futuro passato: l’Nzeb.
L’acronimo Nzeb (Nearly Zero Energy Building) definisce la categoria degli Edifici a Energia Quasi Zero.
L’Unione Europea e quindi anche l’Italia, ha individuato in essi lo standard energetico del futuro, rendendoli obbligatori negli anni a venire (2021 privato, nel pubblico invece è già in vigore).
Proseguendo sulla strada oramai tracciata della riduzione dei consumi e quindi delle emissioni in atmosfera, l’Nzeb nasce come edificio che sfrutta pochissima energia per funzionare.
Tutto ciò dovrebbe far presagire ad un elevato standard costruttivo e garantire al consumatore sicurezza per i propri investimenti.
Purtroppo non è così!
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Conviene davvero una casa passiva ?
Qual’è l’extracosto di una casa passiva rispetto ad una casa tradizionale e in quanto tempo si ripaga?
Sono domande comuni alle quali oggi abbiamo provato a dare una risposta.
Prendendo come esempio l’edificio ristrutturato di Vicoforte portato in standard Passivhaus EnerPHit , abbiamo effettuato un confronto con lo stesso edificio costruito a norma di legge, valutandone l’extracosto e il tempo di ritorno.
Passivhaus, quando il certificato ha valore!
Oggi vi spieghiamo con un esempio reale perchè Passivhaus è uno metodo di progettazione eccezionale.
Credo che quasi tutti voi abbiate compreso dell’inutilità della stragrande maggioranza dei documenti che vengono richiesti dalla nostra macchina burocratica.
Non fanno eccezione le certificazioni energetiche, obbligatorie per legge, che il più delle volte risultano non veritiere: la maggioranza degli edifici in classe A o superiore presenti sul mercato in realtà non lo sono.
Ma non è sempre così.
Quanta costa una casa passiva?
Qual’è il prezzo di una casa passiva?
Sicuramente dopo l’innamoramento la prima domanda che ti sei posto è stata proprio questa.
In rete avrai cercato informazioni su prezzo al metroquadro e trovato pareri discordanti tra:
-chi propone case passive (Passivhaus, CasaClima o che dir si voglia) a prezzi da edilizia popolare
-chi ti dice che forse è meglio lasciar perdere perchè costano troppo e sono fuori mercato
Oggi proveremo a fare chiarezza su questo tema assai spinoso. Leggi tutto “Quanta costa una casa passiva?”
Formazione professionale: perdita di tempo o opportunità?
Per tanti la formazione professionale è vista come una perdita di tempo e in parte lo è se intesa come mero conseguimento dei crediti formativi.
Da sempre preferiamo frequentare i corsi più vicini al nostro modo di lavorare e quando possibile cerchiamo di concentrarli nel primo periodo dell’anno nuovo, così da dedicarci poi ai progetti e ai cantieri.
Il mese di aprile vede volgere al termine 2 corsi piuttosto interessanti, relativi alla simulazione dinamica degli edifici.
Leggi tutto “Formazione professionale: perdita di tempo o opportunità?”
#ilprogettoNONèscontato: la dura vita dell’architetto!
L’architetto deve costare poco.
E’ quello che pensano buona parte dei committenti.
Lo so, non è sempre così ma al di là dell’ottimismo di fondo che oggi ci serve per svolgere questa professione (di eroi), il problema è reale e colpisce la totalità della nostra categoria.
Fortunatamente se n’è accorto anche l’Ordine degli Architetti di Torino che con il nuovo presidente Massimo Giuntoli ha intrapreso una giusta (e lodevole) campagna di sensibilizzazione rivolta a far capire, ad iniziare dal privato, l’importanza della figura dell’architetto.
Leggi tutto “#ilprogettoNONèscontato: la dura vita dell’architetto!”