L’acronimo Nzeb (Nearly Zero Energy Building) definisce la categoria degli Edifici a Energia Quasi Zero.
L’Unione Europea e quindi anche l’Italia, ha individuato in essi lo standard energetico del futuro, rendendoli obbligatori negli anni a venire (2021 privato, nel pubblico invece è già in vigore).
Proseguendo sulla strada oramai tracciata della riduzione dei consumi e quindi delle emissioni in atmosfera, l’Nzeb nasce come edificio che sfrutta pochissima energia per funzionare.
Tutto ciò dovrebbe far presagire ad un elevato standard costruttivo e garantire al consumatore sicurezza per i propri investimenti.
Purtroppo non è così!
Senza scendere troppo nei tecnicismi è però doveroso fare una premessa.
Per realizzare edifici che “consumano poco” occorre prima di tutto progettare degli ottimi involucri.
Lo standard Nzeb definisce una classe energetica a seconda dell’impianto che vado a installare (ragionando in termini di energia primaria), non preoccupandosi troppo delle caratteristiche dell’involucro.
In sintesi se costruisco una casa non troppo isolata con una caldaia a gas (fossile) ottengo magari una classe energetica piuttosto bassa (mettiamo B o C).
Se cambio generatore e lo sostituisco con una pompa di calore, inserendo un po’ di fotovoltaico sul tetto (impianto a energia “rinnovabile”), l’edificio sale inevitabilmente di classe energetica (A2-A3-A4 ecc).
La casa però è sempre la stessa, non cambia.
Possono diminuire i consumi (in maniera non significativa), sicuramente le emissioni, ma non migliora il comfort e la qualità dello spazio in cui si vive.
Questo è un concetto fondamentale, il comfort abitativo, ovvero quello che più interessa all’utente non può prescindere da un involucro efficiente: se la casa è fatta male, se i ponti termici non sono corretti e la tenuta all’aria non è stata progettata non ci sarà impianto che vi farà vivere bene all’interno della casa!
A supporto di quanto stiamo dicendo vi portiamo come esempio la nostra Casa del Custode, edificio in fase di certificazione EnerPHit a Vicoforte (CN).
L’edificio soggetto a profonda ristrutturazione architettonica ed energetica è stato efficientato in maniera profonda. Oltre a un involucro performante possiede un’impiantistica molto efficiente e alimentata totalmente da energia rinnovabile.
L’edificio viene classificato Nzeb dalla normativa nazionale, con un ottimo involucro, in classe A CasaClima da quasi 22 kWh/mqa.
La normativa però mi permetterebbe di isolare meno l’edificio, vediamo quanto.
Per assurdo è consentito realizzare un involucro che disperde più del doppio, circa 56 kWh/mqa pari a una classe C di CasaClima, senza perdere l’etichetta di Nzeb!
Conclusioni
Questa classe energetica è ad oggi obsoleta in quanto da gennaio 2017 CasaClima richiede minimo la Classe A per edifici nuovi e in ristrutturazione. Ciò evidenzia come si tende a far passare per innovativo e per edificio del futuro un modello oramai sorpassato.
Sotto la definizione di Nzeb rientrano così edifici realmente efficienti e altri che non lo sono assolutamente.
In un mercato sempre più frammentato e confusionario si è persa l’occasione per l’ennesima volta di definire a livello normativo una categoria di edifici ad alta efficienza e dall’elevata qualità costruttiva.
A rimetterci come sempre è l’utente finale al quale oggi viene proposto come qualificante un investimento non vantaggioso, sia nel breve che nel medio/lungo periodo.
Comprereste mai un’auto già vecchia? Ponetevi questa domanda quando penserete alla casa.
Puntate all’alta efficienza, conviene… sempre!